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20/02/2016 -

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GOOD MORNING RAGUSA!

io-300x224Ha fatto benissimo Giovanni Iacono a dimettersi da presidente del consiglio comunale provando così a scuotere i ragusani dal quel senso di impotenza che ci affligge guardando il mondo. Ha fatto benissimo a denunciare l’ignoranza, l’approssimazione, le furberie meschine di chi dall’Ars gestisce il destino politico della nostra città non vantando alcuna capacità e non nutrendo neppure lo straccio di un’idea spendibile per accompagnarci in questi anni incerti. La cancellazione di fatto della legge speciale su Ibla ci ha sbattuto in faccia quel cumulo di immondizia che è diventata la politica regionale. Tutto brucia, tutto puzza, tutto è infetto, non c’è soluzione di salvezza, e gli eletti vogliono solo trovare un cantuccio riparato dove accovacciarsi sperando che qualcuno premi il loro silenzio. Ha fatto benissimo Giovanni Iacono a parlare di Nello Dipasquale con disprezzo, chiedendo ai ragusani di svegliarsi, di informarsi, di leggere le norme, di prendere coscienza di un emendamento alla legge Finanziaria che mortifica e uccide  la nostra comunità. Ha fatto benissimo Giovanni Iacono a denunciare quanto questa sparata del consigliere Dipasquale  – azzeccato e significante il non pronunziare mai il titolo “onorevole”- ecciti il campanilismo riducendo i sindaci delle città limitrofe nella condizione di vampiri assetati del sangue estratto dal capoluogo. Bisogna ascoltare le parole di Iacono- su you tube si trova l’intera conferenza stampa – così come va ascoltato lo splendido intervento del senatore Gianni Battaglia che a Tele Nova – rintracciabile sempre sulla rete – spiega i meccanismi tecnici e la portata politica di questa truffa. In queste ore però il pensiero di paese sta fluttuando in modo vertiginoso spostandosi dalla profondità del gesto delle dimissioni  ai possibili complotti, distacchi, strategie di Iacono in relazione al governo cinquestelle. Non è un caso che la prima reazione di Nello Dipasquale sia stata subito quella di lanciare in pasto ai ragusani il “tradimento”, la pugnalata alla schiena  – materia in cui il consigliere regionale potrebbe ergersi a professore emerito – insomma una diserzione di Iacono dal governo Piccitto. La politica però  è un insieme di atti e di parole; i sottopensieri, i complotti, le ipotesi non possono mai sostituire o mascherare l’evidenza di realtà. A Dipasquale serve solo deviare, sminuire, sporcare l’appello di Iacono, seminare zizzania, intrappolare i ragusani nel dubbio di mille congetture  per fermare qualsiasi impeto di ribellione civica, di interesse per la questione che invece deve rimanere bloccata a  livello della trovata falsa e propagandistica della distribuzione equanime delle royalties. Ciononostante,  come mai  la città è vogliosa di sapere cosa c’è dietro, cosa covi tra Iacono e Piccitto? E qui entriamo nel cuore del problema. Esiste un limite  che non è comunicativo- ne abbiamo fin sopra i capelli di comunicazione cinquestelle – ma politico nel governo Piccitto, ed è un limite di  parola. Non possono permettersi la parola ampia, quella che lega pensiero con visione globale dei fenomeni essendo privi di ideologia politica. Oscillano continuamente tra la perfettibilità di una socialdemocrazia spinta, alle certezze di un sano liberismo e si ritrovano tra l’altro a  governare una città agricola e clericale; il tutto ulteriormente miscelato dal vincolo della purezza ancorato ai due sacri principi di onestà e fede nella tecnologia. Cosa ne esce fuori? Una gabbia di sofferenza per loro e per noi.  L’ideologia è libertà ed è purezza: fuori dall’ideologia siamo soli animali umani. Il governo cinquestelle rifugge invece ogni riferimento ideologico perché inesplorato, sconosciuto, temuto, e negato dai vertici, e ciò comporta un limite di pensiero e di parola. Da qui la mancata espansione del movimento, se non in ambito di rete che, ricordando Umberto Eco, è luogo che ha dato diritto di parola a legioni di imbecilli – e la mancanza di partecipazione e condivisione delle masse al progetto amministrativo. Appena si tratta di coniugare una azione ad una visione politica sbandano: vedi l’urbanistica dal passo felpato e lento -parliamo di Ragusa – alla ambiguità tattiche  sulle unioni civili dove pur di non individuare che la corruzione e l’arretratezza del Paese sono frutto innanzitutto della presenza storica della Chiesa si aggrovigliano sul canguro del Pd deludendo i cittadini progressisti. I mesi di crisi interna al governo Piccitto si sarebbero felicemente risolti se la parola di dissenso, di contrasto, di rivolta fosse emersa e tracimata oltre al recinto cinquestelle. Giovanni Iacono senz’altro avrà riflettuto su questa condizione asfittica – c’è anche una lettera di Partecipiamo ai colleghi di maggioranza, purtroppo non diffusa alla stampa- ed avrà sentito l’urgenza di distinguersi. No, nun è peccato. Cosa faranno ora i cinquestelle? Una mossa politica, finalmente! ossia adeguarsi e accodarsi alla protesta – magari non sentendola e non credendoci. Com’è bella la finzione in nome di un principio! Non scandalizziamoci, va bene, li fa crescere. Molto meglio fingere di essere rivoluzionari e comportarsi da tali, che sostenere di essere puri e comportarsi da impostori. Concludiamo con la cronaca dei purissimi. In commissione trasparenza la maggioranza cinquestelle nella persona della capogruppo Signora Nella Disca ha presentato la relazione sul caso Campo. Sapete chi l’ha scritta, 9 pagine, e poi spedita alla consigliera che pari pari l’ha depositata come atto redatto dai membri della commissione? Il dottore Paolo Sottile marito della ex assessora Campo, insomma il letturista la cui assunzione ha scatenato il caso. Parlare di indecenza è poco. Ottusità, presunzione di purezza, inganno. Un minimo di cultura politica avrebbe evitato questo indecoroso passaggio. Meschinità e miseria morale sono sempre in agguato se non si ha nel cuore il respiro del mondo. Partendo da Nello Dipasquale che adora solo se stesso, e arrivando a certa mentalità grillina di onanismo cerebrale compiaciuto, il segnale di Iacono può esserci utile per risentire il richiamo della politica buona. Viva la legge su Ibla, viva la democratica Ragusa!

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