26-04-2024
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Mercato immobiliare: perché conviene investire in Sicilia?

Complice la crisi innescata dalla pandemia, coloro che erano abituati ad investire nel mattone si sono trovati negli ultimi anni in grandi difficoltà. Le previsioni degli stessi esperti si sono rivelate infatti spesso del tutto errate, come d’altronde c’era da attendersi perché non si poteva prevedere con precisione quale sarebbe stata la reazione del mercato immobiliare al lockdown e chiusure improvvise. Fortunatamente, il settore è riuscito a reggere il colpo ed ha superato la crisi molto meglio di quanto ci si aspettava. Oggi il mercato immobiliare si può considerare decisamente più stabile rispetto ad un anno fa ed è dunque arrivato il momento di riprendere con gli investimenti nel mattone.
La Sicilia è la regione italiana in cui conviene investire
Tra tutte le regioni italiane, la Sicilia appare oggi quella privilegiata per chi intende investire nel mercato immobiliare. I prezzi delle case sono infatti ancora molto convenienti, in calo rispetto all’anno scorso e a quello precedente ma nel contempo gli affitti stanno continuando a salire sensibilmente. Una situazione dunque ottimale per chi intende mettere a rendita una casa e ricavarne un profitto.
Immobili: perché conviene investire in Sicilia
Vediamo però nel dettaglio perché oggi conviene investire proprio in Sicilia e in particolare nel suo capoluogo Palermo.
Prezzi degli immobili in vendita in calo
Una prima ragione per cui vale la pena prendere in considerazione un investimento nel mercato immobiliare siciliano riguarda l’andamento dei prezzi dell’ultimo anno, soprattutto nel capoluogo. Se infatti andiamo a vedere l’attuale costo al metro quadro delle case in vendita aPalermo, possiamo notare come questo sia calato del 2,74% rispetto al 2020. È dunque piuttosto evidente che quello attuale sia un ottimo momento per investire nel mercato immobiliare siciliano, potendo approfittare di prezzi inferiori.
Prezzi degli immobili in affitto in aumento
Di contro, è interessante notare come sempre a Palermo il costo al metro quadro degli immobili in affitto sia aumentato nell’ultimo anno, registrando un +1,39%. Si tratta di una variazione piuttosto leggera ma che comunque rappresenta un elemento positivo per chi intende investire adesso nel mattone, acquistando casa per poi proporla in locazione.
Sviluppo della regione dal punto di vista turistico
Un altro ovvio motivo per cui conviene investire nel mattone proprio in tale regione è legato alla sua vocazione turistica, che sta crescendo in modo significativo negli ultimi anni. La Sicilia attira oggi sempre più visitatori, non solo nel periodo estivo ma tutto l’anno.Questo si traduce naturalmente in un aumento delle possibilità di ricavare dei profitti se si possiede un immobile da affittare, anche perché le opportunità di guadagno a livello turistico sono ulteriormente vantaggiose.
Il nuovo impulso dato dallo smart working
Infine, vale la pena ricordare che grazie allo smart working, diffusosi ormai in modo capillare nel nostro Paese, moltissimi siciliani sono tornati nella propria regione e hanno iniziato a lavorare da casa. Buona parte di questi è adesso in cerca di unasoluzione abitativa temporanea, dunque la domanda è in costante crescita ed è destinata ad aumentare anche nei prossimi mesi. Anche ciò rappresenta un’interessante opportunità per chi investe nel mattone.

A RAGUSA LA FIERA AGROALIMENTARE MEDITERRANEA

La 45’ edizione della Fiera Agrolimentare Mediterranea aprirà i battenti al Foro Boario di c.da Nunziata a Ragusa, venerdì 27 settembre alle ore 10.30. La Fiera si svolgerà fino al 29 settembre 2019 e sono confermati gli orari tradizionali di apertura e di chiusura, ossia dalle 9.00 alle 22.30. Per  la manifestazione, che quest’anno celebra i nove lustri, si è registrato il tutto esaurito, superando i numeri dello scorso anno che già erano stati da record. La dirigente responsabile dell’organizzazione della F.A.M., dott.ssa Giovanna Licitra, ha spiegato il significato dell’immagine grafica scelta quest’anno per promuovere la Fiera. “Ogni anno la grafica della FAM riproduce un tema attuale. Per l’edizione 44 è stato presentato il tema del ricambio generazionale e dell’integrazione culturale, temi quanto mai attuali in agricoltura. Quest’anno in occasione del 60° anniversario del settore espositivo della meccanizzazione agricola, si è puntato sul tema dell’innovazione dei mezzi utilizzati per la coltivazione della terra e per l’allevamento degli animali. Abbiamo dunque messo a confronto, pur mantenendo il logo tradizionale della FAM, la ruota di “coltiviamo una terra ancora fertile” intorno alla quale si muove tutto il mondo dell’agricoltura, dalla produzione alla trasformazione riproducendo un vecchio ed un nuovo trattore. Il nuovo vede ancora alla guida la mano dell’uomo, a significare che è ancora la sua volontà che può produrre valore aggiunto e quindi economia, nonostante l’importanza delle innovazioni tecnologiche”. Tra gli eventi in programma in questa edizione venerdì 27 settembre con inizio alle ore 16.00, il “ Road Show Sicilia” al fine di promuovere la Rassegna Fieragricola 2020 di Verona (29 gennaio – 1° febbraio 2020) nonché per dare visibilità e voce alle filiere agricole e zootecniche dei territori della Sicilia e del Centro- Sud Italia. Tra le novità di quest’anno: azioni di valorizzazione della commercializzazione dei prodotti ittici locali, con attività di promozione e show-cooking del prodotto ittico pescato dalle flotte pescherecce iscritte presso il compartimento marittimo di Pozzallo. Sempre venerdì alle ore 19.00 si terrà il convegno A.N.A.C.L.I. presso la sala meeting della Fiera Agroalimentare del Mediterraneo. Il tema del convegno sarà “Genomica degli animali e indici genetici” e sarà curato dal Prof. Riccardo Negrini, docente all’Università di Piacenza. Prenderanno parte all’incontro il presiedente nazionale A.N.A.C.L.I., Marco Gallone ed il Direttore, Dott. Stefano Saleppi, il vice presidente nazionale Emanuele Nobile ed il direttore della Coldiretti Calogero Maria Fasulo. Sabato 28 alle ore 10 è in programma la seduta ONAF di valutazione e selezione dei formaggi Ragusano Dop, Piacentinu Ennese Dop, Provola dei Nebrodi Dop per l’inserimento nella Guida de l’Espresso dei Formaggi d’Italia 2020″. Anche in questa edizione i piccoli studenti delle scuole ragusane saranno protagonisti dei laboratori: “Dalla farina al pane”, “Una pianta per amica”, Piante aromatiche, riconosciamole assieme”; “Lavorazione del pane casereccio e degustazione”, “Lavorazione della focaccia ragusana e degustazione”.

43^ Fiera Agroalimentare Mediterranea , numeri record

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Tre giornate ricche di eventi che hanno attirato un numero incredibile di visitatori a conferma di una realtà che rappresenta a pieno titolo la più importante vetrina commerciale del bacino del Mediterraneo del settore. Migliaia i visitatori che già dalle prime ore del mattino hanno affollato gli 80.000 metri quadrati del Foro Boario di c.da Nunziata a Ragusa anche nella terza giornata, la cui mattinata è stata dedicata anche alla premiazione dei vincitori dei vari concorsi svolti in occasione della Fiera e alla sfilata e premiazione dei campioni e delle campionesse delle razze bovine, equine e asinine. Per la gara di valutazione morfologica i vincitori sono stati gli allievi del “Galileo Ferraris” di Ragusa per la razza Frisona, mentre per la Pezzata rossa i vincitori sono stati gli allievi dell’istituto “Enrico Fermi” di Vittoria. L’11° Concorso “Q&E”, qualità ed esposizione dei prodotti agroalimentari, riservato alle aziende espositrici del settore agroalimentare  è stato vinto dall’azienda “Terre di Aromi” di Giuseppe Cataldi che potrà partecipare gratuitamente alla prossima edizione della FAM. Il concorso “Meccanizzazione agricola: Innovazione e sicurezza” giunto alla sua terza edizione, riservato alle aziende espositrici di attrezzature, macchinari e loro componenti destinati all’impiego in agricoltura e zootecnia, è stato assegnato invece all’azienda “FTS SNC” di Romeo salvatore & C. per la trattrice agricola “Kubota”. Il concorso per il formaggio “Ragusano DOP” ha visto al primo posto l’Azienda Agricola Zootecnica di Carmelo Massari. Un premio è stato assegnato a Luciano Burderi responsabile dell’organizzazione degli spettacoli equestri che hanno arricchito il programma della Fiera Agroalimentare Mediterranea. Decine di premi sono stati consegnati agli allevatori dei campioni e campionesse delle varie razze presenti in Fiera. All’azienda agricola Bocchieri Francesco e Luciano è andata la coppa per il campione assoluto tori della razza Modicana, a Rita Guastella il riconoscimento per la campionessa assoluta vacche della “Pezzata rossa” e a Giovanni e Aldo Campo il primo premio per la Frisona italiana. Campione assoluto junior per la Charolaise il bovino di proprietà dell’azienda Incatasciato, mentre per la Limousine nella stessa sezione, è stato premiato Giuseppe Garofalo. Per la razza equina tra i premiati Salvatore Gulino, Francesco e Luciano Bocchieri, Rosario Caruso e Salvatore Alicata. Infine, ma non in ordine di simpatia, premi all’asino ragusano, i riconoscimenti sono andati all’azienda Leggio di Maria Grazia Tumino e ad Angelo Di Martino. Da evidenziare infine il grande successo di pubblico riscosso anche da tutti gli eventi collaterali alla Fiera come la “didattica del gusto” a cura della Coldiretti, le manifestazioni equestri, organizzati con la collaborazione del Consorzio Provinciale Allevatori di Ragusa, i laboratori “mani in pasta”, con la collaborazione delle massaie che praticano la cucina della tradizione, gli eventi educativi dedicati agli allievi delle scuole elementari, svolti con la collaborazione del Corfilac, la “fattoria didattica”, realizzata con la collaborazione degli allevatori Rosario Leggio, Concetta Passalacqua, Giovanni Gurrieri, Pietro Barrera, Giovanni Gulino e Giuseppe Distefano.

FIERA AGRICOLA MEDITERRANEA

modicana-300x225La Camera di Commercio di Ragusa, ai fini delle azioni volte a sviluppare la Fiera Agroalimentare Mediterranea, che giungerà quest’anno alla sua 43^ edizione, punto di forza di questa area geografica della Sicilia per quanto riguarda la promozione di tutto il settore agricolo e dei settori ad esso, a vario titolo, collegati, ha elaborato un progetto volto ad ampliare l’offerta merceologica della manifestazione potenziando la valorizzazione dei bovini da carne, dell’avicoltura, delle attrezzature per la zootecnia, dei prodotti agroalimentari iblei, dell’ortofrutta, delle macchine e attrezzature per giardinaggio, della serricoltura e dell’impiantistica in genere. “L’intento –  dichiara il Presidente della Camera di Commercio di Ragusa Giuseppe Giannone – risulta strettamente connesso con la vocazione specifica di alcune zone del territorio ibleo che si è inteso coinvolgere per l’ampliamento in questione. Si è deciso così di realizzare due sessioni specialistiche della F.A.M., di cui una a Modica per la zootecnia, con particolare riferimento alle razze bovine da carne, Charolaise e Limousine nonchè all’avicoltura e un’altra a Vittoria, con particolare riferimento al settore ortofrutticolo.” Il Sindaco di Modica, ritenendo valida la proposta della Camera di Commercio per lo sviluppo territoriale della FAM, ha espresso apprezzamento per il coinvolgimento del proprio territorio modicano per un progetto che corrisponde ai propri intenti garantendo, nel ruolo di partner della Camera, la piena collaborazione delle proprie strutture. La prima Sessione Specialistica di Modica si svolgerà presso il Foro Boario di Modica dal 2 al 4 giugno 2017.

Interrogazione e mozione del M5S in favore del comparto agricolo

marialucia-lorefice-e-vanessa-ferreriInterrogazione parlamentare e mozione del gruppo M5S in favore del comparto agricolo nuovamente in ginocchio. Questa volta a causa delle rigide temperature. Riflettori puntati non solo sui danni per neve e gelate ma su un settore pulsante per l’intera Sicilia che continua ad essere messo a dura prova dalla concorrenza estera, specie dei Paesi non Ue. «L’esposizione  degli   agricoltori   ai   rischi naturali dovuti a fattori  ambientali  avversi e  a condizioni climatiche sempre meno prevedibili cresce di  giorno  in  giorno  e  mette  in   pericolo la sostenibilità economica delle aziende -dichiarano Marialucia Lorefice, capogruppo M5S XII Commissione Affari Sociali, e Vanessa Ferreri, deputata Ars- i ridotti indennizzi concessi a posteriori  dagli enti pubblici non sono più sufficienti  a  risarcire gli agricoltori» L’interrogazione parlamentare, a prima firma Lorefice, è indirizzata al Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e forestali, nella stessa si chiede l’intervento del Governo nazionale in favore del territorio siciliano, e ibleo in particolare, dal litorale di Gela a quello di Ispica, fino a raggiungere Pachino. «Con questa interrogazione, di concerto alla mozione all’Ars della collega Ferreri -sottolinea la Lorefice- chiediamo al Ministro di quantificare l’entità dei danni alle produzioni ma anche di sensibilizzare gli operatori del comparto al ricorso volontario a strumenti di gestione del rischio, in  particolare al  mercato  assicurativo agevolato. In ogni caso, la cosa che maggiormente preme in questo momento è che il Governo ponga in essere interventi straordinari e concreti per le aziende e i produttori colpiti. Tramite la mozione presentata dal M5S all’Assemblea regionale siciliana, a prima firma della deputata Ars Ferreri, è stato chiesto il riconoscimento dello stato di calamità naturale nell’area siciliana colpita dalle forti nevicate e dalle gelate con la conseguente verifica dei danni da parte dell’Ispettorato provinciale dell’agricoltura di Ragusa.

Adesione al progetto ‘Aristoil’ per la promozione dell’olio d’oliva

downloadUn progetto per la promozione dell’olio d’oliva. Il Libero Consorzio Comunale di Ragusa è tra i partner del progetto ‘Aristoil’, approvato in via definitiva con un finanziamento di 2 milioni e 8 mila euro, a valere sul Programma Interreg Med. La durata complessiva del progetto è di 36 mesi, mentre il budget assegnato al Libero Consorzio è di 157 mila euro. Il progetto complessivamente mira a rafforzare la competitività del settore dell’olio d’oliva extravergine prodotto nei Paesi del Mediterraneo, attraverso lo sviluppo e l’applicazione di metodologie innovative di produzione e di controllo di qualità, legate alle proprietà salutari dell’olio di oliva come protettore della salute. Verranno coinvolti a pieno titolo i protagonisti del ciclo produttivo dell’olio d’oliva: dai produttori, ai frantoi, alle piccole e medie imprese dell’indotto. Diverse le azioni strategiche che saranno messe in campo, a cominciare dallo sviluppo di un “Cluster mediterraneo di produttori di olio di oliva e delle attività connesse”, corsi di formazione per i produttori, sviluppo di metodi innovativi per l’identificazione degli ingredienti fenolici dell’olio, il supporto ai produttori di olio attraverso specifiche certificazioni di qualità del prodotto, un ampio piano di comunicazione per informare e sensibilizzare sulle attività di progetto, non solo gli attori di riferimento, ma anche i cittadini, le giovani generazioni e le Istituzioni di tutti i paesi partner. I partner del progetto sono ben 17, con ente capofila l’Efixini Poli della Grecia.

 

 

POMODORO DATTERINO, L’IGP VA A PACHINO. UNA SCONFITTA PER LA CITTA’ DI VITTORIA

pomodoro-ciliegino-e-datterino-2-800x400-800x400Il sindaco di Vittoria Moscato interviene in merito alla recente assegnazione al pomodoro datterino di Pachino dell’Igp: “Si tratta dell’ennesimo passaggio – spiega il primo cittadino – che penalizza la città e la nostra agricoltura. Purtroppo negli ultimi decenni Vittoria, pur avendo una produzione qualitativamente e quantitativamente molto forte, non è riuscita a tutelare l’ortofrutta con marchi di qualità e Igp lasciando terreno fertile ad altre realtà locali a noi vicine. La miopia politica e l’incapacità di programmare per valorizzare la nostra agricoltura hanno portato Vittoria all’isolamento e alla perdita di svariate occasioni. Pur essendo la terra del Ciliegino abbiamo abdicato in favore di Pachino e adesso abbiamo perso la tutela sul Datterino. Si tratta di una perdita non nata certamente negli ultimi mesi ma figlia di un percorso che dura da anni e di cui non possiamo non rammaricarci. Anche da opposizione avevamo lanciato l’allarme sul marchio Igp Datterino e purtroppo i nostri timori si sono rivelati fondati. Adesso, però, occorre invertire nettamente la tendenza e lavorare caparbiamente per tutelare le nostre eccellenze. Non possiamo più permetterci di non credere alla qualità, all’Igp e alla tutela dei nostri prodotti. Abbiamo approvato il nuovo regolamento del Mercato Ortofrutticolo nei primi 100 giorni dopo 40 anni di attesa e siamo già al lavoro per colmare i deficit del passato e la mancanza di lungimiranza politica che ha portato Vittoria e la sua agricoltura all’isolamento totale. Il nostro impegno per il riconoscimento dell’Igp per i nostri prodotti è massimo ma il percorso è lungo. Adesso bisogna essere decisi: piangersi addosso è un esercizio inutile così come parlare dei disastri del passato. Serve programmare per il nostro futuro e occorre costruire insieme un percorso nuovo e virtuoso”.

I FORCONI COMMENTANO LA NUOVA CRISI DOVUTA AI VIRUS SU POMODORI E ZUCCHINE

imagesRiceviamo e pubblichiamo:” Per dare un’altra mazzata ai conti correnti degli agricoltori già in rosso da tempo mancava solo lui. E’ il New Dheli Virus arriva dalla Spagna, vettore una banale Mosca Bianca che trasporta e trasmette la distruzione delle piante di zucchino ed in gran parte c’è già riuscito.  E’ un parente stretto del Virus del pomodoro ed entrambi sono utili a rendere davvero impossibili i sonni tranquilli per i produttori. Ma la natura,  che noi comunque giornalmente offendiamo pesantemente, pensa a tutti, a ognuno il suo com’è giusto che sia e mentre nel mondo degli ortaggi si combatte una guerra persa col Virus, negli Iblei si assiste, assolutamente inermi, all’attacco del coleottero del carrubbo, che, così com’è riuscito il punteruolo rosso nella decimazione delle palme rimaste solo nelle vecchie cartoline di saluti dalla Sicilia,  tra qualche mese cancellerà la storia di intere estensioni di carrubeti secolari che a pieno titolo fanno parte dei patrimoni dell’umanità. All’appello manca solo il virus della Tristezza delle arance che sta facendo il suo lavoretto nella piana di Catania ed il quadro triste nel mondo della produzione è completo.  E se la scienza ad oggi non ha risposte efficaci ma solo metodi di lotta preventiva, chi ne paga letteralmente le spese nella filiera è sempre e solo lo stesso attore: il produttore. Che pensa di fare il Governo Regionale oltre a dirci quello che sappiamo già ? Gli agricoltori possono anche estirpare e reimpiantare, possono attrezzarsi con reti di protezione, ma quanto costa ? E’ possibile che questa Europa autorizzi aiuti di Stato per 150 Mld di euro per le Banche e non autorizzi un centesimo per evitare l’estinzione di colture autoctone o danni da agenti patogeni contro i quali non esiste una cura? La legge 244 del 24 Dicembre 2007 sovvenziona i danni provocati dalla peronospora della vite nel territorio siciliano: in funzione di quale principio politico gli altri produttori non riescono ad avere risposte simili nei casi di danni ben più pesanti ? A quale potentato occorre rivolgersi per avere risposte di buon senso adeguate al danno subito?  Se non fosse una cosa troppo seria verrebbe da pensare ad un accordo tacito tra Regione, Virus e coleotteri per distruggere l’agricoltura siciliana”.

VITTORIA, E ORA ANCHE LA VIROSI DEL POMODORO

malattie_pomodoriIn merito alla virosi che ha colpito le coltivazioni cittadine è  intervenuto il sindaco Moscato esprimendo solidarietà ai produttori e chiedendo interventi alle istituzioni regionali. “Nella giornata di ieri – ha spiegato il primo cittadino –  ho scritto all’assessore regionale all’Agricoltura, al centro fitosanitario regionale e all’Ispettorato agrario di Ragusa per affrontare la galoppante diffusione della virosi che ha colpito le coltivazioni di pomodoro della città. La nostra agricoltura sta vivendo un momento di grande sofferenza a causa della crisi globale e rischia di pagare un dazio ancora più alto per via della diffusione della virosi. Sono al fianco dei nostri produttori e abbiamo già sollecitato le istituzioni regionali per trovare insieme delle contromisure a tutela della nostra agricoltura e delle nostre produzioni. Avvieremo un serrato dialogo per difendere le nostre eccellenze e i produttori che rappresentano il motore economico della città”.

 

                                                          

ll coleottero che sta distruggendo i carrubeti dell’area iblea, l’on. Orazio Ragusa si rivolge all’Università di Catania

downloadL’on. Orazio Ragusa ha scritto una lettera al rettore dell’Università di Catania e al preside della facoltà di Scienze e tecnologie agrarie chiedendo il loro autorevole intervento affinché possano essere individuate le soluzioni migliori per fermare l’insetto che sta letteralmente distruggendo il patrimonio della macchia mediterranea esistente nell’area iblea. Il riferimento è in particolare al carrubo che è stato preso di mira da un coleottero, il “bostrico della vite” che attacca diverse essenze tra cui, oltre alla vite, da cui prende il nome, anche il carrubo, l’olivo e svariate specie forestali. Se non ci sarà un’azione tempestiva, che si rende necessaria trattandosi di un insetto molto aggressivo, rischiamo di perdere una specie arborea protetta del nostro territorio. Orazio Ragusa chiede all’Università di Catania di mettere in campo, in maniera urgente, tutte le ricerche necessarie, di unire gli sforzi agli agronomi che hanno finora studiato il fenomeno, al fine di definire un percorso che possa liberare gli alberi da questa infestazione. Il grido d’allarme che ci arriva dagli agricoltori è sempre più accorato. Gli operatori sono perfino disponibili a dare vita a una sorta di convenzione con gli istituti scientifici pur di arrivare a concretizzare qualche risultato. “E’ arrivato il momento di fare quadrato, allo scopo di fermare questa ondata di distruzione che, altrimenti, è destinata a cambiare per sempre le caratteristiche specifiche del nostro paesaggio, ancora di più di quanto accaduto di recente con il punteruolo rosso per quanto riguarda gli insediamenti palmizi”.

Carrubi malati negli Iblei

foto-danni-carruboL’on. Orazio Ragusa ha presentato una interrogazione rivolta all’assessore regionale alle Politiche agricole, Antonello Cracolici, in cui si chiede di individuare misure adatte alla grave patologia che sta infestando gli alberi di carrubo, tipici della macchia mediterranea e, in particolare, dell’area iblea. “Dai primi giorni del mese di luglio – sottolinea l’on. Ragusa – sono comparsi preoccupanti sintomi di malessere sulle piante, soprattutto nei territori di Scicli, Modica, Pozzallo e Ispica, in particolare sul versante costiero. Il sintomo visibile ad occhio nudo è una secchezza diffusa di intere branche di rami. Dopo una serie di attente analisi condotte da alcuni dottori agronomi, allertati da numerosi contadini sempre più preoccupati per il diffondersi del fenomeno, è stato possibile riuscire ad individuare e classificare l’insetto che sta generando questo danno. Si tratta di un coleottero, il cui nome volgare è “Bostrico della vite”, che, molto prolifico, attacca diverse essenze tra cui, oltre alla vite, il carrubo, l’olivo e svariate specie forestali”. “I danni provocati – chiarisce ancora l’on. Ragusa – si evidenziano con profondi buchi nella corteccia degli alberi, dove ogni femmina matura deposita circa 20/30 uova. Alla schiusa delle uova, le larve formatesi si nutrono della parte midollare delle branche e dei rami, provocandone il totale disseccamento”. “Per quanto riguarda la lotta da attuare – prosegue – essendo un insetto molto aggressivo, vi è la necessità di intervenire molto tempestivamente al fine di salvaguardare la specie arborea caratteristica del nostro territorio. Allo stato attuale non ci sono principi attivi autorizzati all’impiego sulla coltura per cui l’unico mezzo per poter controllare il fitofago rimane la soluzione agronomica, che consiste nell’effettuare una potatura delle parti colpite con l’immediata distruzione. Un’altra soluzione si basa nel porre “fasci di rametti esca” sul terreno nei mesi di marzo e aprile (periodo di svernamento degli adulti) per attrarre le femmine pronte a depositare le uova. Questi fasci devono essere distrutti verso metà giugno, cioè prima della fuoriuscita degli adulti. Per quanto ci è stato spiegato, le soluzioni proposte hanno sicuramente una certa efficacia, ma non risulterebbero risolutive. Ecco perché chiediamo il coinvolgimento dell’assessorato all’Agricoltura affinché si possa trovare la soluzione.

RAGUSA IN MOVIMENTO ACCUSA: “L’AGRICOLTURA IBLEA E’ A UN BIVIO. LA CRISI NON ACCENNA A ESSERE RISOLTA. E GLI OPERATORI DEL SETTORE NON SANNO PIU’ COSA FARE”

agricoltura-e-crisiL’agricoltura dell’area iblea sta facendo i conti con una profonda crisi. Eppure la nostra è una terra preziosa: basti pensare ai grandi manager del vino che arrivano sin qui per acquistare le nostre terre. La politica, però, non sa fornire quel sostegno in più che pure si renderebbe necessario. Lo dice Alessandro Galfo di Ragusa In Movimento secondo cui, dal 2008 a oggi, sono stati impegnati e in buona parte spesi cinque miliardi di euro di fondi europei. “Ma nessuno sa come e dove sono andati a finire questi soldi. Questo è molto grave – aggiunge – e se non ci svegliamo rischiamo davvero tanto. I nostri imprenditori agricoli che portano avanti questa attività oggi hanno dei figli che preferiscono cambiare mestiere e andare altrove. Eppure i nostri politici si vantano dei prodotti del nostro territorio presenti in giro per il mondo. C’è qualcosa che non torna. Sappiamo soltanto che la crisi dell’agricoltura siciliana, lungi dall’essere migliorata, è peggiorata. Non lo diciamo noi: lo sta certificando l’assessore regionale all’Agricoltura, Antonello Cracolici, la cui presenza serve soltanto a ‘giustificare’ la scomparsa di un fiume di fondi europei destinati in teoria a questo settore, ma finiti chissà dove”. Galfo prosegue continuando la propria disamina: “E’ in crisi tutto il comparto agricolo dalla zootecnia (vedi quote latte), passando dal pomodorino di Pachino al datterino, ben 20 o 30 centesimi di euro al chilogrammo comprato dai produttori per essere rivenduto nei mercati del Centro-Nord Italia a 7-8 euro al chilogrammo, fino all’agrumicoltura siciliana. L’Unione europea di fatto ha distrutto la nostra agricoltura consentendo ai prodotti di tutto il mondo di entrare nel nostro Paese. Altra questione critica la tracciabilità. Se ne parla tanto, ma non tutti sanno che in Italia non esiste la ‘tracciabilità’ dei prodotti agricoli, anche perché i commercianti che oggi condizionano le politiche dell’Unione Europea non hanno interesse a informare i consumatori sui prodotti che vengono immessi nei mercati. Proprio perché guadagnano un sacco di soldi acquistando a prezzi irrisori prodotti agricoli scadenti – per esempio, agrumi e olio d’oliva dal Nord Africa – che poi vengono rivenduti nei mercati europei, facendo una concorrenza sleale ai prodotti europei. L’intero comparto agricolo è in crisi e i Governi nazionale e regionale devono subito fare qualcosa. Altrimenti della tanto decantata agricoltura ragusana non rimarrà niente”.

 

 

BANDIERA “SPIGHE VERDE” NEL COMUNE DI RAGUSA

bandiera spighe verdi 5La Fee e Confagricoltura nazionale hanno assegnato al Comune ibleo, l’unico in Sicilia, il riconoscimento che per la prima volta è stato lanciato quest’anno e che testimonia l’altissimo livello del comparto agricolo e dell’ambiente rurale. La tradizione incontra l’innovazione e l’eco-sostenibilità in un territorio, come quello ragusano, in cui l’agricoltura ha per decenni trainato l’economia provinciale e in cui oggigiorno l’impegno è sempre più orientato al rispetto dell’ambiente e quindi a pratiche ecosostenibili. Nella frazione rurale di San Giacomo si è svolta la cerimonia di consegna del riconoscimento alla presenza del sindaco Federico Piccitto, degli assessori comunali Antonio Zanotto all’ambiente e Nella Disca all’agricoltura e del presidente provinciale di Confagricoltura Ragusa, Antonino Pirrè. Presenti anche il presidente di Fee Italia, Claudio Mazza, Pina Romano di Confagricoltura nazionale e il direttore di Confagricoltura Ragusa Giovanni Scucces. “Un riconoscimento importante e significativo – ha detto il sindaco Piccitto – che certifica come la qualità del nostro ambiente sia altissima, dalla costa sino all’entroterra”. A San Giacomo si è svolto il momento ufficiale dell’alzabandiera che segna l’arrivo di questo riconoscimento di qualità. “Ne siamo assolutamente felici ed entusiasti – ha sottolineato il presidente provinciale di Confagricoltura, Antonino Pirrè – che deve essere esteso a tutti i territori della provincia e ovviamente a tutti i lavoratori del comparto agricolo, a testimonianza del forte impegno che caratterizza il lavoro di molte aziende a favore di una agricoltura sostenibile”. Sono solo 13 i Comuni in tutta Italia che quest’anno hanno ottenuto la bandiera “Spighe Verdi”. “Dopo la Bandiera blu, Ragusa ottiene una certificazione altrettanto considerevole – evidenzia il presidente Fee Claudio Mazza -. Si tratta di un iter importante, sempre impostato al miglioramento continuo. A questi Comuni sarà infatti richiesto un impegno quotidiano, nell’ottica di una politica a piccoli passi, ma che porti a risultati costanti e concreti”. Di medesimo parere la rappresentante di Confagricoltura nazionale Pina Romano: “Abbiamo voluto Spighe Verdi perché riteniamo che la valorizzazione territoriale attraverso questo progetto possa essere un grande volano di sviluppo economico per le amministrazioni e di conseguenza per l’agricoltura”.

O SI CAMBIA O AGREXIT!

tavolo verdeRiceviamo e pubblichiamo: “La mancanza assoluta di risposte alla mobilitazione dei produttori agricoli della fascia trasformata del sud-est, da parte del governo nazionale, del governo regionale e dell’Unione Europea, rappresenta un fatto di straordinaria gravità non solo per l’agricoltura e per l’intera economia del nostro territorio, ma anche per la democrazia, ovvero per quel rapporto corretto e trasparente che deve sempre esistere fra lotta democratica e risposte delle istituzioni. Un silenzio assordante è sceso sulla vertenza serricola dei mesi di febbraio e marzo 2016, anche da parte di sindaci e movimenti che pure avevano organizzato la protesta e che avrebbero avuto, almeno, il dovere di illustrare ai produttori agricoli e alle comunità interessate le ragioni di questa ennesima sconfitta e di indicare, in modo preciso, i vari livelli di responsabilità.  Niente di tutto questo è avvenuto: ai produttori agricoli in lotta non è stato concesso neppure il diritto di sapere cosa sia successo veramente. Tutto ciò è intollerabile! Il Tavolo Verde Sicilia non rimuove i problemi e le sofferenze dei produttori agricoli e non si sottrae all’obbligo di intervenire, dopo aver osservato il doveroso riserbo durante le recenti elezioni amministrative, e a distanza di un lasso di tempo ragionevole per l’approvazione dei provvedimenti richiesti con forza. Si confermano purtroppo alcune analisi fatte durante l’incontro di lavoro a Vittoria, sulla crisi della serricoltura e le nuove strategie da mettere in campo. L’agricoltura non è governata. I governi nazionale e regionale non hanno una politica agricola; il governo reale dell’agricoltura è delegato sostanzialmente all’Unione Europea; la PAC, la Politica Agricola Comune, discrimina i prodotti e i paesi mediterranei e tutela le grandi aziende agricole, prevalentemente continentali, a svantaggio della piccole e medie imprese agricole; la Regione spende poco,male e in ritardo le risorse finanziarie trasferite dell’UE con i Piani di Sviluppo Rurale. Il Tavolo Verde Sicilia inoltre rifiuta totalmente questo schema infernale che riguarda tutti i comparti agricoli (orticoltura, agrumicoltura, latte, grano, olio, etc) che sta distruggendo migliaia d’imprese agricole della nostra Regione e lancia una vera e propria sfida a tutte le istituzioni interessate: o si cambia radicalmente la politica agricola comune nei confronti  dei prodotti mediterranei, dei Paesi mediterranei e del Mezzogiorno d’Italia, attraverso interventi incisivi sui costi di produzione dei prodotti agricoli e zootecnici, sui nodi strutturali, sulla lotta alla concorrenza sleale e fraudolenta, sulla tutela del reddito dei produttori agricoli, sulla valorizzazione della qualità e delle identità territoriali, sulle crisi di mercato, sul contrasto alle agromafie, o sarà, inevitabilmente, AGREXIT, ovvero uscita dell’agricoltura italiana dalla PAC. O si cambia la Politica Agricola Comune, nel senso prima indicato, consentendo al nostro Paese di difendere e consolidare il proprio modello agricolo e il proprio sistema agroalimentare o sarà inevitabile lottare per collocare la nostra agricoltura fuori dai vincoli distorsivi e penalizzanti della Politica Agricola Comune. Nessuno dovrà pretendere più che si assista indifferenti alla distruzione continua di migliaia di aziende agricole, di lavoro, senza poter intervenire a causa dei divieti dell’Unione Europea, supinamente accettati dai governi nazionali.  O si cambia o sarà AGREXIT! Il Tavolo Verde Sicilia offre questo terreno comune di confronto e d’iniziativa a tutti i produttori agricoli e zootecnici, a tutte le organizzazioni, le associazioni e i movimenti che hanno a cuore il destino della nostra agricoltura. A tal fine sarà organizzato prossimamente un FORUM, momento di riflessione approfondita e aperta su questa sfida radicale, con la partecipazione di esperti, per precisare obiettivi, strumenti, alleanze, forme di mobilitazione e risorse della nuova strategia agricola”. Firmato Don Giuseppe Di Rosa – Presidente Onorario Tavolo Verde Sicilia, Sen. Concetto Scivoletto – Coordinatore Regionale Tavolo Verde Sicilia

STATO DELL’AGRICOLTURA IN SICILIA: ANALISI E INIZIATIVE

tavolo verdeVenerdì 15 luglio alle ore 19.00, presso i locali della Camera del Lavoro di Modica, in Via Nazionale 224 ( di fronte al vecchio Campo Sportivo), si terrà un incontro del Comitato Promotore del Tavolo Verde Sicilia. Introdurrà il Sen. Concetto Scivoletto, Coordinatore regionale del T. V. S.. Dopo gli interventi le conclusioni saranno tratte da Don Giuseppe Di Rosa, Presidente onorario del T. V. S.. L’incontro intende rilanciare la fase costituente del Tavolo Verde Sicilia, attraverso un confronto, aperto a quanti vorranno dare il loro contributo, sulle strategie e sulle iniziative da mettere in campo per dare forza e dignità ai lavoratori e ai produttori agricoli e attribuire centralità e identità alla questione agricola nel nostro territorio.

A RAGUSA LA BANDIERA SPIGHE VERDI

fdffd15c-a17d-45d7-ad2b-84a22f4d60d0Ragusa ottiene la bandiera “Spighe Verdi”. Nella prima edizione del premio istituito dalla Foundation for Environmental Education e da Confagricoltura per premiare i comuni rurali che si sono candidati per ottenere tale riconoscimento per l’efficace sfruttamento e valorizzazione del territorio anche Ragusa figura tra le 13 città italiane premiate. Ieri a Roma la cerimonia di consegna della bandiera “Spighe verdi” che è stata ritirata per l’amministrazione comunale di Ragusa dall’assessore all’ambiente Antonio Zanotto. I comuni rurali premiati hanno dimostrato di avere importanti attività di produzione agricola e capacità di valorizzare le aree naturalistiche, risorse che possono costituire una marcia in più per l’offerta turistica dei territori.

Contro lo sfruttamento e il capolarato in agricoltura

IMG-20160626-WA0002Una delegazione della Flai Cgil di Ragusa ha partecipato a Bari alla manifestazione nazionale con la Fai – Cisl e Uila – Uil portando nel capoluogo pugliese le problematiche presenti in provincia di Ragusa dove “sottoccupazione, precariato, non riconoscimento di elementari diritti, sfruttamento, infiltrazioni mafiose nei mercati e violenze di ogni tipo sono purtroppo presenti nel comparto che costituisce uno dei volani dell’economia del territorio ibleo”.

ESPOSTO IN PROCURA DI 37 ALLEVATORI RAGUSANI

allevamento“I servizi dovranno essere attivati con un termine perentorio di cinque giorni, iniziando dalla marchiatura degli animali, all’anagrafe del bestiame, fino ai controllo funzionali sulla qualità del latte”. Gli allevatori hanno chiesto l’intervento della Procura presentando un esposto querela sui fondi destinati all’associazione allevatori. Sono 37 gli allevatori ragusani, ma il numero è  destinato a crescere, che chiedono conto e ragione suoi servizi  erogati  dall’associazione allevatori ma di fatto sospesi. I dipendenti, senza stipendio da 10 mesi, hanno incrociato le braccia convocando un’assemblea permanente sospendendo di fatto tutte le attività “esterne”. “I danni sono ingenti  – precisa l’avvocato Giorgio Cassarino, legale degli allevatori –  per la mancata attivazione dei controlli funzionali sulla qualità del latte e della carne. Abbiamo già diffidato il Ministero delle politiche agricole, l’assessorato regionale nonché l’associazione italiana allevatori (Aia) e l’associazione regionale allevatori (Aras) affinché vengano riattivati i controlli e scongiurati danni irreversibili alla produzione del latte e alla produzione della carne. Oltre alla diffida  – precisa il legale – è stata presentata, da parte degli allevatori, una denuncia querela per richiedere l’intervento della procura di Palermo per fare chiarezza sulla gestione dei fondi all’interno dell’associazione. Questa situazione si protrae da diversi anni e la politica non ha mai provveduto seriamente al risanamento dell’associazione regionale Allevatori, commissariata da 7 anni”.

In Provincia di Ragusa trasferiti di sede alcuni servizi dell’assessorato regionale all’agricoltura

IMG_0013Razionalizzare le spese e fare confluire in poche sedi tutti i servizi dell’assessorato regionale all’agricoltura. Tanti buoni propositi che troppo spesso si scontrano con la realtà di una macchina troppo farraginosa. Così la sede dell’ex Soat 35 di Santa Croce Camerina, di proprietà della Regione dove non si pagava affitto, viene chiusa e i servizi trasferiti a Vittoria in un ufficio in affitto. Stessa sorta a Modica, con l’ex condotta agraria chiusa e i servizi trasferiti a Scicli, ed anche a Ispica, con la condotta agraria, accorpata con l’Asca.  Ma non sarebbe stato più logico accentrare tutto in sedi già di proprietà della Regione Siciliana. “E’ una storia inverosimile – racconta Giuseppe Virdieri, ex dirigente della Soat 35 – frutto di scelte assurde e cervellotiche. Chiudere una sede di proprietà in una zona baricentrica come Santa Croce Camerina vuol dire creare ulteriori disagi ad un comparto, come quello agricolo, già duramente provato”. Un inter lungo e farraginoso, quello della Soat di Santa Croce, con una convenzione tra il Comune e la regione. Poi il successivo “passaggio” di consegne. “Per anni è stato il punto di riferimento – aggiunge Virdieri – con tante iniziative: dal rilascio dei patentini per l’utilizzo dei fitofarmaci fino ai progetti sperimentali per la refrigerazione del latte d’asina”.

I LAVORATORI INDIANI NELLE AZIENDE AGRICOLE RAGUSANE

100_6298Una presenza discreta all’interno delle aziende zootecniche ragusane. La loro è una manodopera ricercata.  Un lavoratore su due è di origine indiana.  Perché gli indù considerano sacri la vacca e il vitello e ritengono che accudire e venerare le vacche porti alla beatitudine. Sono duecento i lavoratori indiani che prestano il loro servizio nelle aziende zootecniche del ragusano. Venticinque mila capi bovini da latte, centocinquanta milioni di litri di latte annui prodotti (il 60% del totale siciliano).  Una comunità molto coesa che vive e lavora all’interno delle aziende con gli alloggi, in buone condizioni, ricavati all’interno del posto di lavoro. “Vivono in simbiosi con l’animale – racconta Gianni Campo, presidente dell’associazione allevatori – e conoscono molto bene le abitudini di ogni singolo animale. Le donne si dedicano alla sala mungitura, con particolare cura e dedizione, gli uomini ai lavori più pesanti con  la pulizia e la cura degli animali in stalla. Si deve conoscere ogni singolo aspetto dell’animale dal punto di vista sanitario e prestare la massima attenzione alla fase della mungitura”. Jaspal Smgl da dieci anni lavora in Italia. In questa fase sostituisce il fratello che è dovuto rientrare, per alcuni giorni, in India. “E’ un lavoro che mi appassiona –spiega – in India accudivo gli animali, in un allevamento decisamente più piccolo. Nel nostro paese le vacche vengono allevate solo per la mungitura e il conferimento del latte alle industrie di trasformazione per la produzione di formaggi a pasta filata e yogurt. La vacca, poi, nella fase di invecchiamento e quando non produce più latte viene considerata fuori produzione ma non viene assolutamente macellata”. Nelle città indiane i bovini vagano in libertà rachitici e affamati, nutrendosi spesso di spazzatura o dell’unico cibo di origine vegetale che trovano. Le grandi metropoli ne prevengono ormai il passaggio e lo stazionamento nelle zone centrali tollerandoli solo nei dintorni dei templi. Anime pie e organizzazioni religiose fondano luoghi di ricovero per gli animali anziani, malati o semplicemente senza padrone.  “la nostra alimentazione si basa su essenze vegetali  frutta e verdura  – conclude Jaspal Smgl – ma una buona tazza di latte appena munto non manca mai”.

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